(Gondar, Etiopia, 08/02/1998 - centrocampista, Squadra Giovanissimi Nazionali)
Da tempo Mel (Melkamu, il suo nome in Amarico, la lingua principale dell’Etiopia, significa “Sua bellezza” ed è calcisticamente profetico, viste le qualità tecniche di chi lo porta), giocatore tra quelli di maggior spicco di tutto il nostro settore giovanile, mi aveva dato la sua disponibilità a uno di quei colloqui con i quali Interista Sempre cerca di far conoscere meglio agli amici alcuni giocatori che per ora sono solo promesse, ma in futuro potrebbero diventare beniamini di tutti i tifosi nerazzurri.
Ci tenevo a realizzare il colloquio proprio in questo periodo,
perché si tratta di un momento
fondamentale della sua carriera, avendo Mel appena ricevuto le prime
convocazioni e disputato le prime partite con la selezione italiana U16.
Conoscevo perfettamente le caratteristiche tecniche e atletiche
del giocatore, che ho visto in azione dal vivo decine e decine di volte, nonché
in centinaia di allenamenti.
Conoscevo anche la sua natura, il suo temperamento in campo e
fuori: misurato, educato, mai sopra le righe.
In campo le sue prestazioni sono agonisticamente intense, ma
sempre rispettose dell'avversario. Fuori è un ragazzo esemplare e ben voluto da
tutti.
Devo dire che, pur partendo da premesse note, il colloquio mi ha
davvero stupito.
Siamo di fronte a un ragazzo straordinariamente maturo per la
sua età, in possesso di un equilibrio che, senza voler far torto a nessuno,
raramente si riscontra tra i calciatori, e non solo tra quelli giovanissimi.
Questo è il dato fondamentale;
e io, che so per lunga esperienza quanto conti per la riuscita di un giovane, oggi mi sbilancio come non
faccio mai: siamo di fronte a un possibile campione in fieri.
Se ottenesse risultati meno importanti del prevedibile, sarebbe
di sicuro per motivi diversi dalla tenuta psicologica.
Dopo questa lunga premessa, veniamo al colloquio.
Ciao, Mel, vuoi raccontare agli amici interisti del blog le tue
emozioni al momento della convocazione e delle prime prove in Nazionale
Guarda, alla
notizia della convocazione ho provato una grande sorpresa e tanta emozione: non ci pensavo proprio,
anche perché la selezione riguardava ragazzi di un anno più grandi.
Poi, come ti sei trovato?
Subito a mio
agio, sia con i tecnici sia con i compagni.
Devo dire che
l’inserimento è risultato facilitato per la presenza di alcuni miei compagni
dell’Inter e di altri giocatori che conoscevo per averli incontrati in
campionato o nei tornei”
E in campo? Hai esordito contro la Turchia….
Si, al
momento non è stato facilissimo; quando sono entrato eravamo sotto di un gol e
la pressione che avvertivo dentro di me era tanta.
Poi
gradualmente mi sono sbloccato e ho cominciato a cercare di esprimermi al
meglio delle mie capacità.
Nella seconda partita, vinta contro la Turchia per 2-1 c’è stata
la tua definitiva affermazione. Ho letto dei complimenti di Zoratto e
dell’apprezzamento di tanti tecnici presenti…
Nella seconda
partita, in effetti, ero più tranquillo, e credo di avere fatto del mio meglio.
Ormai, dopo la convocazione con la Slovenia, si può dire che tu
sia un punto fisso della rappresentativa…
Ma no, non
esistono punti fissi, bisogna ogni volta meritarsi la convocazione… questo vale
per tutti.
Nell’ambiente
del calcio si è portati alle iperboli: Tizio è un campione in erba, Caio pure.
Siamo solo ragazzi che magari hanno delle qualità, tutte da confermare, ma
tanta strada da compiere.
E non è detto
che chi è un po’ più avanti oggi, lo sia anche domani.
Tra i giocatori che hai visto in nazionale, esclusi i tuoi
compagni dell’Inter, c’è qualcuno che ti ha colpito particolarmente?
(ci pensa a lungo, ndr) Difficile.
Sono tutti forti. A me è piaciuto molto un centrale del Pescara (dovrebbe
trattarsi di Davide Vitturini, ndr),
ma se dovessi fare un nome direi Piacentini.
Il difensore dell’Albinoleffe?
Si, lui
Sai che è stato trattato a lungo dall’Inter e che proprio
nell’ultima partita dei tuoi ex compagni del ’97, pareggiata dall’Inter 1-1 ad
Albino, il gol del momentaneo vantaggio dei bergamaschi è stato segnato proprio
da lui?
Sapevo il
risultato ma non il marcatore. Comunque è uno molto forte.
Bene, ora torniamo alla tua storia. Gli appassionati di settore
giovanile interista (e non solo) hanno molta curiosità di conoscerti un po’ più
da vicino.
Sono nato a
Gondar, in Etiopia, l’8 febbraio del 1998, ma a soli tre anni sono stato
adottato dalla amia attuale famiglia, italiana, e sono venuto ad abitare a
Palazzolo. Verso i sei-sette anni ho cominciato a giocare a calcio.
Come tutti i ragazzini avrai fatto il tifo, o almeno
simpatizzato per qualche squadra…
No, perché la
mia famiglia non si interessava molto di calcio e io ho cominciato a giocare
solo per divertimento.
Certo,
passando all’Inter e disputando molte stagioni con questi colori, cariche anche
di soddisfazioni, le cose sono cambiate.
Quindi tu vieni da Palazzolo, lo stesso paese di Justice
Si, e non
solo. Quando lui è venuto in Italia, abitava a pochi passi da noi. Posso dire
di essere stato il primo amico di Jus
Hai anche cominciato a giocare a calcio con lui...
Si, nel
Palazzolo, dove sono stato tre anni, sotto la guida di Tironi, che poi ci ha
portati all’Inter.
Questo Tironi è una figura di primo piano per quanto riguarda le
giovanili nerazzurre.
Be’ posso
dire che si tratta di un grande tecnico e soprattutto di un grande uomo, anche
se non spetterebbe a me dare giudizi.
Quindi, dopo tre anni, ti trasferisci all’Inter.
La questione
è stata piuttosto dibattuta, in famiglia. I miei genitori avrebbero preferito
mandarmi al Brescia, che come altre società mi aveva richiesto, per la
vicinanza a casa. Ma l’Inter ha insistito ed è stata decisiva l’assicurazione
che avrebbero provveduto al trasporto giornaliero.
Quest’anno però sei andato a vivere in pensionato…
Certo, ma non
è stata una scelta priva di connotazioni problematiche. Non abbiamo tutti lo
stesso carattere. Jus per esempio è più estroverso, si è trovato subito bene.
Io invece sento molto la mancanza della mia famiglia, pur trovando ineccepibili
sia il trattamento che ci viene riservato, sia l’ambiente in generale.
Ti capisco. Anch’io alla tua età e anche prima ho fatto
esperienze di questo tipo e ho sofferto abbastanza. Quindi che pensi di fare?
Mah,
probabilmente a gennaio tornerò in famiglia. Viaggiare provoca qualche disagio
in più, ma sopportabile, rispetto all’allontanamento del tuo ambiente.
In campo hai mai subito episodi di razzismo?
No, in campo
non mi è mai capitato. E dagli spalti non saprei, quando gioco mi concentro
sulla partita e non mi arrivano le grida del pubblico. Comunque non credo.
Come gestisci l’attività scolastica? Che importanza ha lo studio nella tua vita?
Frequento la prima superiore all’
Istituto Milano. Mi trovo abbastanza bene con insegnanti e compagni .
Però se non avessi tanti impegni con il calcio avrei scelto di
continuare il liceo delle scienze umane, l’ indirizzo a cui mi ero iscritto l’ anno scorso a
Brescia. Allora frequentavo già la prima superiore perché ho fatto la primina e
sono andato a scuola a 5 anni.
Considero la scuola importante, ma purtroppo con i nostri impegni
finisce inevitabilmente un po’ sacrificata.
Torniamo all’Inter, dove hai fatto tutta la trafila, con i vari
allenatori: Rusca, Ravera, Bellinzaghi, Mandelli e Cerrone lo scorso anno, in
cui ti sei diviso tra nazionali e regionali, ora Cauet.
C’è qualcuno di questi che consideri un pochino più importante degli altri per il tuo
processo di crescita?
No, se sono
qui è perché tutti mi hanno dato qualcosa, tutti hanno contribuito alla mia
crescita. Se fossi obbligato a fare un nome direi Cerrone, con il quale ho
vissuto la splendida avventura delle finali nazionali vittoriose.
A me sembra
che la forza di questo mister sia stata nell’aver costruito un gruppo compatto,
di una saldezza impressionante.
Voi ’98 invece avete sempre vissuto soprattutto sulle
individualità.
Non è proprio
così. Anche i nostri allenatori hanno lavorato per far crescere il gruppo,
cementare l’unità di squadra e sviluppare la necessità di costruire un gioco
collettivo e organizzato.
Ma c’erano
due ostacoli: il fatto che troppo spesso vincessimo le partite con larghissimo
scarto, il che portava naturalmente ciascuno a cercare la sua gloria personale
e una questione di organico, con l’oggettiva presenza in squadra di giocatori
di qualità e dalla spiccata individualità.
Alludi a Jus, anche se non solo a lui…
Certo, non
solo a lui. Io stesso, per esempio, amo essere al centro del gioco, troppo
spesso sono un accentratore, in questo devo migliorare di sicuro.
Com’è il rapporto con Jus visto da un compagno di squadra e da
un amico? Anche oggi in campo ho notato
che ha mandato un paio di volte a quel paese un compagno che non ha fatto la
giocata da lui richiesta (una volta si trattava proprio di Mel, ndr)…
(sorride…) Jus è un
grandissimo giocatore e un ottimo ragazzo. E’ piuttosto istintivo e in campo
vive per il gol. Succede che anche in allenamento faccia qualche intervento
piuttosto duro, perché lui gioca sempre alla morte. A volte nasce qualche
discussione, anche accesa. Ma chi lo conosce, lo capisce e lo apprezza.
Veniamo alla situazione di quest’anno.
Quando le
difficoltà aumentano non ti puoi più affidare alla soluzione individuale, che
non è sufficiente, anche se resta un’arma fondamentale. Questo l’abbiamo capito
e con la guida di mister Cauet, stiamo cercando di praticare un gioco più
organizzato.
Determinante, a questo proposito, mi è sembrato l’arrivo di
Donnarumma.
Si, lui gioca
da play basso, fa girare tutta la squadra, ha i tempi giusti e imposta l’azione
con grande lucidità.
Tuttavia i risultati sino ad ora non sono stati esaltanti.
Abbiamo
incontrato delle difficoltà alle quali non eravamo abituati, perdendo ad
esempio le due partite fondamentali: quella col Novara che ci ha estromessi
dallo Scirea e quella col Milan.
E’ in atto
una trasformazione e ci sta di fare qualche battuta a vuoto. Globalmente però
stiamo progredendo, come anche la prova di oggi con l’Atalanta dimostra, e
siamo convinti di poter far bene.
Qual è il vostro obiettivo stagionale?
Lottare fino
in fondo. Non possiamo dire che vogliamo vincere il titolo perché sarebbe
presuntuoso, ma ci proveremo.
Manca qualcosa al vostro organico, per poter essere ancor più
competitivi?
Non credo, mi
pare che siamo attrezzati in tutti i reparti.
Non vi servirebbe una prima punta di peso, visto il grave
infortunio subito da Braidich?
Braidich
dovrebbe tornare intorno ad aprile. Nell’attesa un arrivo in reparto potrebbe
anche far comodo, soprattutto considerando che, come sai, ci ha lasciati,
momentaneamente spero, anche Teme, che è andato al Vis Nova desiderando trovare
un po’ più spazio.
Che differenza c’è tra i giovanissimi nazionali di quest’anno e
quelli della scorsa stagione?
Come ho già
detto, la forza di quella squadra era un gruppo straordinariamente coeso:
solido in tutti i reparti, compatto organizzatissimo. Certo, c’erano anche lì
le individualità di rilievi: cito a caso
Di Marco, Della Giovanna,
Bonazzoli. Ma gli altri erano tutti su eccellenti livelli e soprattutto
lavoravano come parti fondamentali di un ingranaggio perfetto.
Veniamo a qualche curiosità sui tuoi “gusti” calcistici:
anzitutto qual è il ruolo che ritieni più congeniale alle tue caratteristiche?
Il mediano
forse (lui
chiama così il play basso, ndr).
Strano, ero convinto che ti desse più soddisfazione il ruolo di
incursore a tutto campo…
Si, non nego
che mi piace inserirmi nell’azione
offensiva, ma il mediano si trova sempre al centro del gioco, viene più
sollecitato, deve essere incontrista e costruttore. E’ un discorso di
prospettiva, vedremo l’evoluzione che avrò. Per il momento forse mi esprimo al
meglio da mezz’ala.
E quindi qual è il tuo modello, se si può dire così, tra i grandi campioni?
Be’ modello è
troppo. Diciamo meglio: il mio giocatore preferito è Iniesta, per la tecnica,
la velocità e le capacità di giocare con e per la squadra; doti straordinarie,
che lo caratterizzano.
Quindi possiamo dire che speriamo di produrre in casa il nuovo,
futuro Iniesta?
Per carità,
non parlo per me, ma per tutti.
Siamo solo
ragazzi che si divertono a giocare a calcio e che fanno del loro meglio per
progredire.
Tutti i
discorsi relativi alla carriera sono davvero prematuri.
Ma tu avrai un obiettivo?
Per il
momento considererei un successo arrivare a giocare con la Primavera. C’è
ancora tanta strada da fare. Si deve restare con i piedi per terra.
Per concludere un tuo parere generale sulla finalità e
l’importanza del settore giovanile: secondo te con i ragazzi si deve curare
prioritariamente la crescita tecnica atletica e umana del singolo, o è
importante anche l’addestramento tattico complessivo, l’abitudine a lottare per vincere?
Il lavoro
individuale sui giovani è fondamentale, perché l’obiettivo è sicuramente quello di preparare nuovi giocatori che in
futuro possano competere ad alti livelli.
E se non
arrivano subito i progressi sperati, una volta che si è visto del talento,
occorre insistere.
D’altra parte
il calcio è un’attività agonistica, ci si forma solo nella competizione,
nell’abitudine a lottare per vincere. Quindi è opportuno lavorare in tutte le
direzioni.
Devo dire,
senza piaggeria, che l’Inter lo sa fare. Negli ultimi anni ha conseguito ottimi
risultati di squadra e ha fatto esordire molti giovani nel professionismo o
addirittura in prima squadra. L’ultimo esempio, Donkor, che ha solo 17 anni, ne
è la riprova.
Tante
grazie, Mel, a nome anche di tutti gli amici del blog e, perché no, dei tifosi
interisti in generale.
Senza
volerti mettere una pressione indebita, ci aspettiamo molto da te e siamo
sicuri che non ci deluderai.
Luciano
Nella foto (Inter.it), Melkamu Taufer realizza il primo gol della vittoria per 4-1 dell'Inter contro il Napoli nella finale 2012 del campionato dei Giovanissimi Nazionali. In questa gara decisiva, Mel, un anno sotto età per la categoria, farà anche gli assist per due dei tre gol di Bonazzoli. Un gol, due assist, una grande partita in mezzo al campo, insomma una giornata di ordinaria amministrazione per Mel Taufer.
Corri e divertiti, giovanissimo campione, un futuro radioso con la maglia dell'Inter ti aspetta!
PS. Mel Taufer è un piccolo fenomeno, così come il suo grande amico e compagno di squadra Justice Opoku. Giocassero nella squadra diversamente milanese sarebbero un giorno sì e l'altro pure su SkySport o TV varie a fare palleggi tipo foca e ad alzare trofei di cartapesta vinti da altri. Per fortuna, loro e nostra, Mel e Justice giocano nell'Inter, i palleggi e i gol li fanno in campo contro avversari veri. E sempre in campo vincono i loro trofei, veri, sudati e meritati. Per adesso, siamo solo a livello giovanile, ma per loro due vale il detto sky is the limit.
17 commenti:
Gimon, però credo proprio che la lingua dell'Etiopia sia l'Amarico, da non confondere con l'Aramaico, quest'ultimo parlato anticamente nell'area palestinese e siriana.
Non sono un esperto di lingue extra europee, ma così mi pare
E così è, Luciano, infatti!
"Aramaico" è un refuso da scrittura con iPad... :-D
Ora correggo l'errore!
Gimon, non mi considerare uno scocciatore, ma Inter Napoli mi pare sia finita 4-1 con un gol (il primo) e due assist di Mel:
Allego in proposito un "taglio" della cronaca:
Finisce 4-1! Inter Campione d’Italia anche nei Giovanissimi dopo i Tricolori Primavera e Berretti, la ciliegina della NextGen Series (più la semifinale con gli Allievi): stagione da leggenda!
Dopo soli 2′ di gioco Inter in vantaggio con Taufer, bravo a mettere in rete da pochi passi dopo bello spunto sulla destra di Cassani.
Al 30′ Bonazzoli recupera palla a centrocampo, fa tutto da solo e firma il 2-0 sul Napoli di sinistro...
Accorcia le distanze il Napoli su rigore con De Iorio poco prima dell’intervallo. Squadre al riposo con l’Inter avanti 2-1...
Taufer entra in area da sinistra, assist per Bonazzoli che di sinistro fa 3-1 al 23′ della ripresa....
Ancora Bonazzoli, ben servito da Taufer, lascia partire un missile di sinistro dal limte dell’area: 4-1 a 5′ dalla fine (più recupero)....
Ahahah, Luciano... hai ragione, ancora una volta!!!
Scusa, nella fretta ho dimenticato un gol di Bona e un assist di Mel.
Correggo anche questa, abbiate pazienza, mi sono fidato della mia memoria e male ho fatto! :-)
Fantastico post Luciano, veramente complimenti!! Grandissima impressione dalle parole del ragazzo...un in bocca al lupo enorme!
A proposito del ps, hai per caso avuto modo di sentire il suo parere su Hachim e su quanto successo? Giusto per capire come l'hanno vissuta i suoi ex compagni...
Avvocheto: no, ho volutamente tenuto fuori la questione Hachim dal colloquio. Mi sembra che il ragazzo, a cui auguro ogni bene (meglio se lontano dalla squadra della provincia milanese) sia già sufficientemente sponsorizzato mediaticamente per aver bisogno anche di trovar spazio in un discorso che riguarda l'Inter e i suoi giovani
Perfetto
Ottimo Luciano, complimenti!
In NGS il Liverpool ha battuto 3-0 il Borussia D. Rimaniamo secondi nonostante la partita in meno
Non sapevo o mi ero dimenticato del fatto che compisse gli anni il mio stesso giorno, e ha anche fatto la primina come me!
Grande Mel!
Eh, eh,eh Mel e Guido le due grandi promesse del calcio. In mansioni diverse, perché Guido mi sembra gracilino, come calciatore. Forse potrebbe fare il centrale. ma solo dopo preparazione "juventina"
Che bell'intervista luciano.
Bella davvero.
Una cosa per un'altra...leggere le parole sulla nascita di Inter Campus da parte di Massimo Moratti lì all'ONU...beh...quant'è bello essere Interisti.
Schemi giocatori allenatori passano ma la grandezza di quello che è stato fatto e si fa quotidianamente con quest'iniziativa UNICA rimarrà per sempre nel cuore di chi l'ha vissuta.
Vedo però che i media indigeni danno più spazio alla cena sociale dei ladri che a quest'evento eccezionale.
Nulla di nuovo sotto il sole (anche se qui diluvia...)
Buona giornata agli amici.
buongiorno!
sollecitato dai numerosi tweet di complimenti per questo post sono corso a leggerlo: davvero molto molto interessante.
stupisce notevolmente la maturità di questo ragazzino, speriamo che raggiunga a pieno merito e titolo la prima squadra.
auguri
e grazie anche a luciano per l'enorme passione!
AMALA....................SEMPRE
In epoca non sospetta ho scritto che Wes aveva tutti i diritti di fare il proprio interesse. Come l'Inter, del resto. Utilizzando (entrambe le parti) tutte le forme di pressione consentite dai regolamenti.
L'unico problema sta nel fatto che il confine tra quanto è regolamentare e quanto no, a volte è scivoloso.
Ma la giornata dell'Inter all'ONU non è stata rovinata da un banale contenzioso contrattuale con un giocatore.
E' stata rovinata dall'atteggiamento fazioso e indecente, come al solito, della stampa asservita.
Non credo che nel contratto di Sneij ci sia il diritto ad essere titolare.
E, forse, oggi neanche lo merita.
Ha tutto il diritto di non spalmare e, volendo, non accettare eventuali cessioni; l'Inter ed il suo allenatore hanno tutto il diritto di non considerarlo utile e preferirgli altri giocatori.
Questi sono i diritti.
L'Inter ha doveri, che mi sembra rispetta (Sneij non è fuori rosa, non si allena a parte, si cura dove vuole etc.); credo che anche Sneij abbia doveri, chissà se li rispetta tutti. Spero di si. Certo negli USA non si è curato a dovere, e questo non è giusto.
È online il solito report mensile sui nostri giovani in giro per l'Italia e il mondo.
AL82
complimenti al mitico Luciano
che bella intervista..
su Wes spero si risolva presto
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